Adesso il settore avicolo è davvero in ginocchio | Bresciaoggi

2022-11-07 16:44:21 By : Mr. kelvin meng

Società Athesis S.p.A. – Corso Porta Nuova, 67 – I-37122 Verona (VR) – REA: VR-44853 – Cap. soc. i.v.: 1.768.000 Euro – P.IVA e C.F. 0021396023

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Non saranno le dieci piaghe d'Egitto, ma poco ci manca. Dalla pandemia all'aviaria - che all'inizio dell'anno ha bloccato la produzione per 4 mesi -, passando per le difficoltà a reperire mangimi per gli animali a causa della guerra in Ucraina e alla siccità. E per finire le materie prime ed il costo dell'energia schizzato alle stelle. Non c'è pace per gli allevatori. Il risultato? Drammatico: secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini rischia di chiudere un'azienda agricola su dieci, e circa un terzo si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo. La spallata è arrivata con le ultime bollette da infarto. Con il caldo africano di questi mesi, i ventilatori nei capannoni avicoli sono andati sempre al massimo per garantire il benessere degli animali. «Le temperature non calavano nemmeno di notte, e abbiamo dovuto tenere i cooler sempre accesi» spiega Cristina Bonetti dell'azienda agricola “Felice Bonetti”, tre allevamenti – a Remedello, Calvisano e Calcinato -, per un totale di 79 mila galline ovaiole e circa 70 mila pollastre. «Lo scorso anno i nostri consulenti ci avevano avvisato: i prezzi sarebbero aumentati un po'. Ci aspettavamo un rincaro di 3-4 centesimi, e invece...».

A luglio del 2021, «con un consumo di 10 mila kilowattora, abbiamo pagato 2.200 euro – spiega Cristina Bonetti -: quest'anno, per lo stesso periodo, la fattura ha raggiunto i 6.400 euro. Per due aziende abbiamo ottenuto un prezzo fisso di contratto, spuntando 21 centesimi al kwh, che arrivano a 41 centesimi con le tasse. Per il terzo allevamento abbiamo invece rischiato il prezzo variabile e ci siamo trovati a pagare 61 centesimi. Senza contare tutto il resto: mascherine, calzari, attrezzature. Tutto il materiale è più che raddoppiato, ma per noi le entrate sono sempre le stesse. E le previsioni per l'autunno sono nerissime». «È un effetto domino – aggiunge Cristina Bonetti -: la ditta che viene a ritirare le uova del mio allevamento avrà costi di trasporto superiori per l'aumento del gasolio, e chi si occupa della lavorazione delle carni avrà pure aumenti di gestione». «Nell’estate 2021 l'indice Pun, prezzo unico nazionale, era di 10 centesimi a kilowatt, adesso siamo a 47. Se poi aggiungiamo il costo dell'Iva, a conti fatto siamo al 600% di ricarico dell'energia. Non ce la facciamo più, le spese stanno superando in maniera abnorme i guadagni», spiega Mattia Preti, titolare dell'Agricola Remondina di Manerbio, 130 mila volatili. «Lo scorso anno, a luglio, ho pagato una bolletta di 5 mila euro: quest'anno è arrivata a 25 mila. Il mancato guadagno non mi consentirà di reinvestire nell'azienda. Vuol dire che acquisterò un trattore in meno. Ma questo significa che, automaticamente, si ferma tutta la filiera: attorno a un'azienda agricola c'è chi costruisce i mezzi e gli attrezzi, i muratori, gli elettricisti: sarà una caduta libera.

E ad andarci di mezzo sarà anche la sostenibilità ambientale: negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante in questo settore, ma adesso non è più possibile». La crisi non risparmia nessuno. Renato Marchini dell'azienda agricola Rondine di Torbole Casaglia, con un allevamento di 70 mila capi, parla di «livelli esagerati. La bolletta è triplicata: ai 20 mila euro spesi lo scorso anno si sono aggiunti altri 20 mila euro per il maggior consumo di energia, e con l'aumento del prezzo sono arrivato a 60 mila. Io sono un allevatore: la ditta che mi fornisce i polli deve sostenere le spese per il mangime, l'energia elettrica, gli imballaggi. Cifre talmente alte che quest'anno ha deciso di rallentare la produzione. Il mio capitale non vale più. Se dovessi vendere l'azienda ad un giovane, con questi costi non riuscirebbe a portare a casa nemmeno i soldi per pagarsi il mutuo». La soluzione? «Certamente non è quella di aumentare il prezzo del pollo al consumo: se è troppo caro la gente non lo compra più, e ritorniamo al punto di partenza».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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